Maternità e lavoro
Perché non dovrebbe essere così improbabile trovare lavoro dopo la maternità.
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Oggi è la festa della mamma e ne approfitto per parlare di maternità e lavoro. Trovare lavoro dopo la maternità è complicato, in Italia, lo dicono i dati statistici. E questo, ti sembrerà strano, a mio avviso è paradossale. Diventare mamma (anche papà) è una esperienza di vita grazie alla quale si sviluppano numerose competenze che potrebbero essere sviluppate poi anche nel proprio impiego. Sono molto serio, voglio festeggiare le mamme italiane parlando proprio di questo: le competenze della maternità.
Maternità e lavoro, i numeri
Prima parliamo di quello che accade realmente. Il 75,5% in media delle donne con un figlio risulta occupata (con un dato migliore al Nord e peggiore al Sud). Questo significa che 1 donna su 4 non riesce a inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro, talvolta per rinuncia, spesso per gli ostacoli insormontabili che emergono. Questa percentuale negli ultimi anni è cresciuta dell’1,9% nella fascia di età tra i 25 e i 49 anni.
Senza voler entrare nello specifico, possiamo sottolineare come il modello italiano sia ancora legato al passato, poco aperto a modalità flessibili, personalizzate e tecnologiche per svolgere la propria professione. Alla sola parola “telelavoro” o “lavoro da casa” ci sono manager che ridono, pensando che “quello non sia lavorare”, quando in realtà può essere addirittura molto più faticoso. Se il distacco dal proprio bambino per una neomamma è difficile, è ancora meno semplice trovare una azienda “comprensiva”, che comprenda le esigenze delle neomamme. Sono davvero in pochi a proporre tutele superiori a quelle garantite dallo stato.
Le competenze della maternità
Eppure c’è qualcosa che sfugge ai “recruiter”, ai vari “head hunters” o a chi svolge i colloqui di lavoro. Una persona non è il suo lavoro, ma è un insieme di esperienze di vita e questo bagaglio formativo si riflette anche nell’approccio professionale.
Ed è molto stravagante che non venga mai presentata come esperienza formativa la maternità.
In primo luogo essere madre richiede lo sviluppo di una forte capacità di organizzazione e pianificazione. Di risorse e di tempo. Se hai figli sai benissimo quanto questo sia vero.
Ma non solo, al “time management” posso aggiungere immediatamente altre due competenze: “problem solving” e la famosissima “resilienza”.
Gli imprevisti, infatti, sono all’ordine del giorno in una casa con dei piccoli. Mantenere la calma, individuare il modo per risolvere il problema il più velocemente ed efficacemente possibile, senza lasciare che ansia, stress e nervosismo prendano il sopravvento è una competenza che lentamente si impara, da genitori. E quanto può essere utile un quadro dirigenziale che non si fa contagiare dal panico durante momenti di crisi aziendale cercando, semplicemente, di comprendere quale sia la strada da seguire?
Inoltre una mamma è assolutamente multitasking. Prova a dire un numero da due a dieci. Otterrai le cose che riesce a fare in contemporanea.
E poi ci sono le abilità emotive, partendo dall’ascolto attivo ed empatico. Quanto potrebbe migliorare un’impresa se ci fosse un dirigente che ascolta i problemi dei dipendenti per risolverli, creando un ambiente in cui si voglia produrre, di cui ci si senta parte integrante?
Potrei andare avanti con numerose altre competenze, ma mi fermo qui, con un invito a tutte le donne: accettate la sfida. Tornare a lavoro dopo la maternità dovrà a tutti i costi essere più facile e le nuove competenze dovranno essere sul piatto.
Cominciate voi tutte a dare valore a ciò che siete diventate, inseritele tutte nel vostro curriculum, tutto ciò che avete imparato da madri. E crediamo insieme nel futuro, creiamolo differente.
Buona festa della mamma a tutte!
