Mi sono innamorato

Quante volte hai detto “Mi sono innamorato”? E ti sei mai innamorato di te stesso?

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Mi sono innamorato, prima o poi doveva succedere. Mi sono innamorato… “del mio migliore amico”, “di mia moglie”, “del mio professore”, “ma lui no”, “di mia sorella”, “di mio fratello”, “di mia cognata”… e queste sono solo alcune delle frasi che le persone cercano ogni giorno su Google.

Al di là delle complicazioni che ci possano essere nell’innamorarsi della persona sbagliata a livello legale e familiare (vedi fratelli o cognati), molto spesso accade che ci si innamora di una sensazione di benessere e non dell’altro. E la relazione comincia fin dall’inizio con i giorni contati.


L’amore capita. “Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare, il giorno volevo qualcuno da incontrare, la notte volevo qualcuno da sognare” cantava il cantautore Luigi Tenco nel 1962 (arrangiamento di Giampiero Boneschi, una ballata davvero toccante, ti consiglio di ascoltarla).

Tuttavia non è possibile innamorarsi dell’altro se non riusciamo ad imparare a volere bene a noi stessi. Imparare a volersi bene è fondamentale, per una ragione semplice: tu sei la persona più importante della tua vita. Solo mettendo nero su bianco questa affermazione e partendo da questa condizione possiamo sentirci felici, in armonia con i nostri valori, bisogni ed aspirazioni ed essere capaci di volere bene ad un altro, agli altri.


Hai presente quando l’hostess sull’aereo ti descrive tutte le cose da fare in caso di emergenza? Al momento in cui spiega delle maschere di ossigeno sopra le teste dei passeggeri si raccomanda: indossala tu e dopo preoccupati di chi hai accanto. Anche se è tuo figlio. Questo perché se non lo fai non sarai in grado di aiutarlo e il problema sarà doppio.


Mi sono innamorato di me. Lasciamo da parte il mito di Narciso, innamorarsi di se stessi significa imparare a prendersi cura di se stessi, ascoltare le proprie emozioni, il proprio corpo e smettere di giudicarsi pesantemente. Ti ricordi di GB (il Grande Bastardo, come lo chiamo io)? Nella “riunione di condominio” dobbiamo dare voce anche lui, ma senza lasciare che sia il protagonista assoluto delle situazioni.


“La peggior solitudine è non stare bene con se stesso” scriveva Mark Twain, ed io aggiungo (con umiltà e capo cosparso di cenere) che se non ti vuoi bene non riuscirai nemmeno a stabilire relazioni e rapporti interpersonali di qualità.

Questo perché tenderai a dare troppa importanza alle parole degli altri, fatto che si traduce velocemente nel mettere sovente in dubbio sia le proprie convinzioni che le affermazioni appena ascoltate: cosa si nasconde dietro le tue frasi? Perché mi stai dicendo qualcosa di positivo, cosa vuoi ottenere?


Alle spalle di questa reazione istintiva c’è una domanda: come può un altro volermi più bene di quanto me ne voglia io stesso?

E la conseguenza è un atteggiamento costantemente sulla difensiva, in continuo allarme ingiustificato, che scatena a sua volta paura e tristezza. In sintesi: rischi di non goderti mai niente.

Se ti aspetti sempre il peggio questo produrrà dei conflitti con gli individui che ti circondano, andando a confermare il punto di vista negativo iniziale. Un cane che si morde la coda.


“Puoi cercare in tutto l’universo qualcuno che sia meritevole del tuo amore e del tuo affetto più di te stesso e non lo troverai in alcun luogo. Tu stesso, come chiunque altro nell’intero universo, meriti il tuo amore e il tuo affetto”. Questo è un passo buddhista che trovo pienamente calzante. Lo sapevi che la bassa autostima agisce come fattore facilitante nei confronti di depressione, ansia, disturbi alimentari e della propria immagine corporea?


Proviamo a cominciare le giornate in maniera differente, ti lascio alcuni consigli da provare a mettere in pratica quotidianamente. Non sarà facile, ma prova a ripeterli a mente, a tenerli stretti con te.

Parla in modo positivo. Non essere in continuazione il tuo giudice negativo. Esprimi soddisfazione quando hai fatto un buon lavoro e non attribuire i tuoi successi alla fortuna. È merito tuo. E presta meno attenzione alla voce critica che ti ripete che vali poco, che non sei in forma, etc. Ti ricordi dell’attenzione selettiva?

Scommetti su luoghi e persone nutritive. Circondati in casa di ciò che ti fa stare bene e quando puoi esci e percorri i luoghi con cui senti un particolare feeling. Lo stesso vale per le persone. Si tratta di nutrire il tuo “bambino interiore”, le sue aspettative, la sua voglia di giocare e stare bene. Ascoltalo e non relegarlo in secondo piano, ti farà stare bene e ritroverai energie che non credevi nemmeno di avere più. E se in quel momento non puoi, accedi alla tua power bank e scopri ancora una volta come recuperare le energie!

Alimentazione equilibrata, riposo e attività fisica. Il tuo corpo è al centro del benessere personale e non puoi stare bene se mangi male (dimenticati per un po’ il cibo spazzatura e i pasti frettolosi), crea le condizioni adeguate al riposto (vai a letto presto e alzati presto, evita gli schermi prima di dormire, leggi) e cammina almeno 30 minuti al giorno (o corri, oppure vai in palestra, se preferisci). È importantissimo dedicare del tempo a se stessi.

Accetta i tuoi errori. Non devi diventare fatalista, è successo e magari è colpa tua, ma puoi porti davanti al problema in maniera costruttiva. Ricordati che ognuno è artefice del proprio destino!

Evita i messaggi contraddittori. Intendo quando accade che ti complimenti con te per il lavoro svolto e al tempo stesso vedi un difetto. Ad esempio: “Che soddisfazione, questi lavori sono venuti davvero bene! Per forza, con il tempo che c’ho messo…”


Adesso un piccolo regalo, per te. Come vedi qui sopra, in alcune voci di questo piccolo elenco, ho messo dei link ad altri articoli che puoi leggere con calma, quando vorrai. Vorrei, invece, concludere questa lettura con la parte iniziale della “Preghiera della Gestalt”, scritta da Fritz Perls:


Io sono io. Tu sei tu.

Io non sono al mondo per soddisfare le tue aspettative.

Tu non sei al mondo per soddisfare le mie aspettative.

Io faccio la mia cosa. Tu fai la tua cosa.

Se ci incontreremo sarà bellissimo;

altrimenti non ci sarà stato niente da fare.


Se vuoi innamorarti di te, se non sai da dove cominciare o se vuoi andare oltre a questi spunti chiamami al 331 4323718, ne parleremo insieme, mi fa piacere! (e se quando mi chiami non posso risponderti, ti richiamerò). Puoi anche scrivermi a info@nicolavignolinibarbera.it.









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