Mettersi in proprio

Un consiglio per mettersi in proprio e lavorare felice che troverai solo qui

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Sei tra quelli che hanno deciso di mettersi in proprio? Il periodo del Lockdown ha portato molte persone a riflettere sulla propria condizione, focalizzandosi sul proprio livello di felicità. Abbiamo trovato il tempo di chiederci: è questa la vita che desidero? È questo il lavoro che voglio fare nei prossimi anni? Cosa voglio fare del mio business?

In molti hanno scoperto una risposta efficace nell’idea di lavorare in proprio e reinventarsi e questo articolo parla direttamente a loro. E a tutti quelli che sono pronti a cogliere nuove opportunità, come te.


Mettersi in proprio è un passo difficile, aprire una attività da zero fa paura e in molti rischiano di perdersi nella giungla di agevolazioni, finanziamenti, adempimenti, etc.

C’è un rischio che mi interessa come coach e sul quale ti voglio mettere in guardia: dovrai essere pronto a superare le trappole mentali e muovere passi in zone incerte.


Se lasciare il “posto fisso” è un’azione quasi rivoluzionaria, come ci ha insegnato “Quo Vado” di Checco Zalone, è necessario capire che prendere una Partita Iva significa sposare un progetto di vita, in cui saranno presenti anche difficoltà organizzative, gestionali ed emotive.

Soprattutto dovrai essere consapevole del fatto che un giorno potrà essere auspicabile reinventarsi e anche più di una volta, a seconda dei tempi, dei cambiamenti della società e delle esigenze che questa dimostra.


Chef Locatelli, maestro del reinventarsi

Conoscerai Giorgio Locatelli, una persona che stimo per la sua attitudine e per il suo essere stato capace di riconoscere il proprio talento, costruendoci sopra una carriera di successo. E sono convinto che potrebbe aiutarci con una “ricetta per chi desidera reinventarsi” (Chef, se è in ascolto, siamo penna in mano per prendere appunti per la lista degli ingredienti).


Ti ricorderai anche delle parole del viceministro all’Economia Laura Castelli pronunciate circa un mese fa, a metà luglio, specie se sei un ristoratore: “(…) se una persona decide di non andare più al ristorante bisogna aiutare l’imprenditore a fare un’altra attività e non perdere l’occupazione e va sostenuto anche nella sua creatività, magari ha visto un nuovo business.” (fonte Corriere della Sera 18 Luglio). A questa affermazione, riportata poi in maniera inesatta con il titolo roboante  “I ristoratori cambino mestiere”, ha risposto il “nostro” chef Giorgio con le frasi interessanti che caratterizzano le voci fuori dal coro.


“Mi piacerebbe non dare ragione alla viceministra Castelli ma c'è una buona quantità di verità in quello che dice. (…) I ristoranti sono una rappresentazione della società e ne rispecchiano anche le crisi. (…) Questo è un mestiere in continua evoluzione. In Italia tanti ristoranti sono a conduzione familiare e probabilmente questo rende più complicati i cambiamenti. In altri Paesi ci sono ristoranti stellati che si sono riconvertiti in vinerie particolari. Insomma, forse la ministra ha usato quelle parole perché scocciata dagli italiani che piagnucolano. Ogni tanto qualcuno che dà una sferzata serve. Così chi è capace è spronato a reinventarsi, che è da sempre una caratteristica importante di un ristoratore che vuole durare” (Fonte Adnkronos 18 luglio 2020)


Eccola lì la parola magica: “reinventarsi”. Significa seguire lo scorrere dell’acqua, senza esserne travolti. Se ti senti felice all’idea di metterti in proprio, se vuoi realmente sviluppare il tuo business devi essere reattivo nel valutare l’opzione “boh”. Ci sono evenienze ed eventualità che si presentano con le stesse sembianze delle carte degli Imprevisti a Monopoli ed è in quei momenti che si devono trovare nuove ricette, privilegiando la qualità alla quantità. 


Se hai già avviato una attività, se sei un libero professionista, fermati qui un attimo con me e chiediti: cosa funziona nel mio lavoro? Tienilo ben stretto perché su quello potremo progettare le nuove idee, il futuro. Si tratta della base, delle fondamenta che potrebbero essere sviluppate per i tuoi nuovi progetti.


Ti ricordi di Seth Godin? Te ne ho già parlato a proposito del suo best-seller “La mucca viola” e una sua citazione è in fondo alla mia pagina dedicata al coaching. Te la riporto qui:

Siete in grado di fare la differenza, di essere coraggiosi, di cambiare molto più di quanto sareste disposti ad ammettere. Siete capaci di essere degli artisti.” 

Il libro da cui è stata estrapolata questa frase è “Quel pollo di Icaro”, testo che ti consiglio di leggere. L’idea è davvero semplice e straordinaria: il mondo ha bisogno di te e delle tue competenze. Ognuno di noi è davvero bravo nel fare qualcosa: la società ha necessità che tu faccia ciò in cui eccelli, gli altri devono poter trovare in te un’artista.


Smettila di produrre in serie e fai del tuo lavoro un’arte. E con la tua creatività progetta il futuro, tenendo presente la possibilità “non so”. È una regione di pensiero impervia e per questo esisto io, esistono i coach, perché ci troviamo esattamente fuori dalla zona di comfort. Senza mappa, senza bussola, ma con domande importanti da porsi per stabilire la direzione da intraprendere.

Puoi abituarti a navigare a vista, oppure, se lo vuoi, salirò sulla tua imbarcazione per scegliere la rotta migliore insieme a te.

Contattami adesso e cominciamo a parlare del tuo nuovo progetto.









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