Come affrontare i problemi

Piccola guida utile su come affrontare i problemi e fronteggiare le difficoltà impreviste

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Ognuno di noi è differente e tuttavia esiste un modo universalmente valido su come affrontare i problemi e le difficoltà. Questo articolo è personale e diverso dagli altri, voglio parlarti di ciò che mi è successo recentemente e di come sono riuscito a reagire. 

Ho sempre pensato che la vita avesse delle similitudini con il gioco del Monopoli, a volte tiri il dado e capiti sulla casella degli imprevisti e, veramente, succede qualcosa di inaspettato.

O forse non così imprevisto, almeno in questo caso.


Mi stavo rilassando sul mio divano, mettendo insieme i pensieri, cercando di fare il sommario della giornata e della settimana, tra cose fatte e da festeggiare e progetti da percorrere ancora. E, come accade a volte, mi si è presentata nitida davanti agli occhi una situazione grave. 

Erano due giorni che non sentivo mia madre, niente di sconvolgente, ma alcuni segnali, quasi istintivi, mi avevano messo in allarme. Così decisi di alzarmi, uscire di casa, prendere la macchina e andare da lei.

Ho avuto fortuna, perché un solo giorno in più non mi avrebbe permesso di trovarla viva.

Proprio così.


Mia madre ha attraversato un periodo molto difficile, ed io con lei. Adesso sta meglio, ma è del momento più intensamente complesso che vorrei raccontarti, di come ho deciso di affrontare le complicazioni. 

Inizialmente ho reagito di impulso, ho fatto tutto ciò che richiede una emergenza e non appena sono giunto a consegnare la gestione della situazione in mani ben più sicure delle mie, sono stato in grado di fermarmi e riflettere.

E ho avvertito un fiume in piena travolgermi. Mi sono sentito esposto, fragile, incapace di arginare quello che stava accadendo, non ancora pronto ad affrontare le difficoltà.


Appena presa coscienza del problema ho optato per fermare la mia attività di consulenza per una settimana: sarei stato meno efficace nell’ascolto e nella guida dei miei clienti (coachee). E fortunatamente tutti hanno apprezzato questa scelta, comprendendola e approvandola.

Dopo di che mi sono fermato, ho ascoltato il mio respiro per momenti che potrebbero essere stati ore, non saprei dire, ed ho cominciato ad analizzare le circostanze.


Ho scelto di ascoltarmi, consciamente. Nuove difficoltà e nuovi problemi richiedevano, ovviamente, un nuovo piano. A livello emotivo come anche lavorativo e organizzativo. Ho trovato dentro di me l’incertezza e la paura di una perdita, ma assieme ad essi anche un po’ di delusione per non poter vivere come avevo programmato, l’angoscia di dover rimandare impegni presi e traguardi definiti. 

E da qui sono partito, mettendo a frutto tutto ciò che ho imparato su di me, dallo studio e dalle persone in questi anni e ho stabilito degli step precisi con cui affrontare le nuove difficoltà.


Ho messo da parte per quanto possibile le mie emozioni, sono “uscito da me stesso” e ho visualizzato tutto ciò che stava succedendo dall’esterno, immaginando i possibili sviluppi a breve e medio termine. 

Quindi ho messo nero su bianco ogni singolo passo da fare per riuscire a risolvere tutte le problematiche connesse agli imprevisti, partendo dal primo. Ovvero chiedere alle persone che ho più care, cosa vedessero in me. Mi sono aperto con loro, ma soprattutto ho chiesto come mi vedessero e questo mi ha aiutato notevolmente a progettare nuovamente le mie priorità.


Osservarmi dall’esterno, uscire dal mio progetto iniziale, affrontare uno stato di “calamità” mi ha fatto sottolineare quali siano le cose di cui ho bisogno nella mia vita, per stare bene e viverla al massimo. E in cima a questa mia personalissima classifica c’è la mia rete di persone. I miei “amici”. Ogni contatto forma insieme all’altro una rete salda e fitta di connessioni, che è per me l’equivalente di quella del trapezista. Ho realizzato esattamente questo: siamo tutti acrobati su di una corda, ma c’è anche chi non ha la fortuna di avere una rete di salvataggio che accoglie e supporta al primo errore. Quando si cade c’è qualcuno che ti salva, attutendo la caduta, proteggendo, aiutando a rialzarsi.

Sembra scontato, ma non lo è e per questo continuerò a parlartene nei prossimi giorni, seguimi e scopriremo insieme quanto sia forte la tua rete di protezione, come affrontare i problemi.









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