Paura di parlare in pubblico?

Hai paura di parlare in pubblico? Non sei solo e soprattutto ho alcuni suggerimenti da darti per superare le tue paure e sconfiggerle.

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Ci accomuna tutti. La paura di parlare in pubblico. Andiamo oltre il famoso ed inutile “immagina che siano nudi” , ti darò alcune idee su come superarla, piccole tecniche che possono essere d’aiuto.


Come si chiama la paura di parlare in pubblico?

Immaginare tutta una platea nuda, ecco quello non mi metterebbe a mio agio, tutt’altro. Infatti siamo qui per parlarne in maniera più razionale, partendo dalla definizione: “glossofobia”. Il termine che indica la paura di parlare in pubblico è proprio questo. Te lo scrivo perché spesso dare un nome alle cose aiuta a incasellarle, a renderle meno fastidiose e potenti nei nostri confronti.


Ora, partiamo da una sorta di “mal comune mezzo gaudio”, i bambini hanno paura di parlare in pubblico, gli uomini, i ragazzi (ad ogni esame all’università o interrogazione alle superiori!), le donne. È una fobia che attacca anche quelli che riconosci come sicuri della personale performance. Il primo segreto è nell’allenamento. Più volte prendi parola davanti ad altri, più sicure saranno le tue prestazioni in futuro. Se le occasioni a disposizione per provare sono poche, pensa un attimo a Cicerone, l’oratore per eccellenza, l’autore dell’arte oratoria classica: anche lui aveva paura di parlare.


Competenze e training

Uno degli aspetti fondamentali sta nel chiedersi cosa sia a scatenare questa ansia. Solitamente è il timore di manifestare pubblicamente le proprie debolezze, assieme alla disperata convinzione che il successo sia fuori dalla propria portata. La conseguenza è un senso di inadeguatezza, la mancanza di salivazione, arrossamento delle guance (oh no, sto arrossendo, che penseranno di me?) e soprattutto un continuo rumore nella testa che potrebbe (per davvero!) finire in un vuoto di memoria. Assolutamente evitabile e questo perché tutti gli oratori incredibili pongono dietro qualsiasi mirabile intervento studio e preparazione. Un po’ come un iceberg, ciò che vedi è solo la punta, ciò che emerge dall’acqua. Citando Thomas Edison, il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% traspirazione, ovvero sudore e duro lavoro.


Barack Obama è uno dei mie oratori preferiti. Se lo guardi capisci che ha sempre la situazione in pugno, così da riuscire addirittura a sfruttare gli imprevisti abilmente a suo favore. Ad esempio: improvvisamente riecheggia la suoneria di uno smartphone con il verso di una anatra e lui interrompe il suo discorso per chiedere di chi sia e dove abbia mai scaricato una tale suoneria, provocando l’ilarità generale. L’ex Presidente degli USA approfitta di un incidente per entrare ancora più in confidenza con il pubblico.


L’arte di attirare l’attenzione

Ed ecco uno dei primi insegnamenti utili: entrare in relazione stretta con il pubblico è importante anche per rompere il ghiaccio. Puoi farlo sdrammatizzando proprio sulla tua paura di parlare in pubblico, in una occasione “intima” puoi chiedere ad ognuno di presentarsi (ti tornerà utile per fare degli esempi calzanti). Puoi scegliere degli individui e concentrarti simbolicamente su di loro. Guardare negli occhi le persone esprime sicurezza, rende più forte e meno criticabile il tuo messaggio e infonde fiducia anche a te stesso/stessa.

In fondo chi è “il pubblico”? Un insieme di individui ben distinti e tu puoi dialogare “personalmente” con ciascuno di loro. Parla a una persona alla volta. Cerca punti di riferimento e mantienili per l’intera durata della dissertazione, è quello che fa Barack Obama.


Facendo un passo indietro: preparati. Devi poter padroneggiare un eventuale fuori tema o domanda, per cui devi essere sicuro che l’intero svolgimento sia sempre ben difendibile. Evita di introdurre fatti o citazioni di cui potresti pentirti: sconfinare in territori che non ti appartengono aumenta di fatto il rischio. E poi ripetiti con voce calma e sicura il tuo testo.


L’importanza della tua intonazione

La voce, ecco la seconda delle tecniche promesse. Il modo in cui usi il tuo tono, la velocità a cui porterai la tua orazione, condurranno direttamente a un esito positivo o… negativo. Ascoltati. E modula il ritmo e il tono, fai delle pause dove serve, lascia che le tue parole vengano decantate e che arrivino alle persone, altrimenti nessuno riuscirà a seguirti. Non avrai la concentrazione degli altri correndo come un treno verso la fine del tuo exploit. 


Evita il perfezionismo, se necessario semplifica il tuo discorso e piuttosto concentrati su ciò che stai dicendo, imprimi la tua emozione alle tematiche che affronti e ti accorgerai di quanto anche tu desidereresti essere dalla parte del pubblico. Ma quanto è bello questo intervento, dì la verità?!

Quindi, nessuno è perfetto, ma è doveroso costruire appositamente un finale al tuo intervento. Ancora una volta Obama, ascolta il suo “discorso di Berlino”: c’è un inizio, una trama molto ben tessuta nel mezzo e una chiusura in continua enfasi, che ritorna sulle premesse iniziali. Una crescita esponenziale molto difficile da imitare, certo, ma quello che voglio dirti è: schiva i vari “io avrei finito” o “tutto qua”, perché si tratta di qualcosa che hai preparato con cura e che deve essere recepito per ciò che è: un contributo prezioso.


Il linguaggio del tuo corpo

Il corpo parla, il tuo sguardo, le micro espressioni facciali, la tua postura, le tue mani. Si! Il tuo corpo parla alla parte inconscia della platea. Sincronizza le tue parole e le tue emozioni con i movimenti del corpo. Utilizza al meglio il movimento delle tue mani, per sottolineare ciò che stai dicendo, muoviti e crea ancore spaziali affinché le tue parole abbiano uno spazio fisico e siano legate ad emozioni da condividere con chi ti ascolta. Hai presente Benigni? Quando legge la “Divina Commedia”, davanti ad un leggio riesce con i suoni movimenti a farci fare un viaggio nel tempo e nelle emozioni. Allenati: lo specchio è un tuo alleato, video-registrati con il cellulare, guardati, e migliora le tue espressioni affinché siano congruenti con ciò che dici ed efficaci con ciò che vuoi trasmettere.



Rilassamento e visualizzazione

Ultima tecnica: rilassamento e visualizzazione. Prima del tuo discorso concentrati per alcuni minuti sul tuo respiro, solamente su di esso: i benefici della meditazione quotidiana sono incredibili sotto qualunque aspetto, è una pratica che ti aiuterà anche a superare questo scalino.

E in seguito “visualizza”: come sarà la fine del tuo intervento? Devi vederlo al massimo, come dovrebbe andare secondo le tue aspettative, visualizza il traguardo raggiunto, concentratici e… sei pronto.

Ma fai attenzione, dovrai misurarti con un pubblico completamente senza vestiti. Scherzo!

Allenati che solo tramite lo studio e la ricerca si ottengono grandi risultati, e se hai bisogno di un trainer contattami. Che sia per un discorso da fare in azienda, per un esame all’università, per un discorso importante per la tua vita professionale o privata!









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