Fidarsi di se stessi

Come ho stravolto le mie abitudini, semplicemente seguendo l’idea di fidarmi di me stesso.

Quest’anno mi sono preso un mese di ferie. Lo so, a livello professionale è un rischio, lo è per un dipendente come per un libero professionista come me. Perché l’ho fatto? Mi sono ascoltato e ho deciso di fidarmi delle mie sensazioni. Ecco quindi, come fidarsi di se stessi possa comportare uno stravolgimento delle abitudini.

Solitamente programmo con anticipo le vacanze, non i particolari di ogni tappa, ma sicuramente il periodo, dove andrò, con chi. Eppure nell’ultima estate ho esitato. Così tanto da chiedermene il perchè. E invece di forzarmi a fare una vacanza che sembrava non “nascere” da sola come tutti gli anni, mi sono detto: e se provassi a vivere i miei spazi in maniera diversa? In effetti non avevo mai vissuto casa mia senza lavorare, concentrandomi esclusivamente su altri tipi di interessi.

Per 30 giorni una nuova routine. Mi sono alzato regolarmente alle 6,15 per andare a nuotare, dopo di che una bella sauna e, con calma e con il sorriso, la spesa per la giornata. Ogni volta che è stato possibile ho incontrato un amico per un caffè, per fare due chiacchiere e godermi la bellezza dell’amicizia. E ho deciso di investire in un mio sogno, cioè la barca a vela. Esatto, diventerò skipper, sarò capace di guidare una barca a vela, al timone come tra le vele! Le mie metafore sul navigare da coach saranno ancora più veritiere e calzanti.

Mi sono iscritto a un corso di vela e navigherò in tutti i fine settimana.

Sembra semplice, vero? Tutt’altro. Ho avuto bisogno di coraggio. Come sempre, per arrivare al cambiamento è necessario fidarsi di se stessi. In primo luogo nella capacità di ascoltarsi: se qualcosa non ti viene come dovrebbe, nella forma, sostanza o tempi che vorresti è inutile insistere. Continuare a spingere, spesso, è ottuso. Ci sono delle scadenze, ci sono delle regole da rispettare, tutto vero. Il fatto è che il tuo fisico e la tua mente, a volte, lanciano segnali che vanno in contrasto con il piano. Ed è necessario fidarsi dei segnali, ascoltarli e raccoglierli.

Fidarsi di se stessi comincia con il fidarsi di ciò che si sente. Il che è diverso dal procedere in maniera irrazionale, si tratta piuttosto di cambiare abitudine e fare un’attività nuova. Anche nelle piccole cose, come il piatto da cucinare, il percorso da fare per andare a lavoro, il libro da leggere. Per finire con cambiamenti epocali o temporanei, come il mio. Che, ad analizzare bene, ha prodotto anche effetti duraturi (lo ripeto, visto che non ci credo ancora nemmeno io: studierò, imparerò e salperò con la “mia” imbarcazione, la guiderò da solo, come e dove voglio!).

A volte, anche ascoltandosi e percependo una difficoltà, è difficile capire la direzione. Fondamentale è fermarsi e raccogliere ogni indizio: c’è una cosa molto importante che sta accadendo e accadrà a te. Quella leggera ansia che provi ti dice che c’è qualcosa da fare, da risolvere. E questo può impaurire, ma è giusto ricordarsi che la vita è fatta solo e solamente di scelte: ogni giorno scegliamo una infinità di cose. Dai vestiti alla musica in macchina, dalle ricette per pranzo e cena a cosa guardare in televisione. Passando per scelte importantissime come il nome di un bambino appena nato o di un gattino, come una nuova via per risolvere un problema lavorativo, o il percorso di studi futuro. 

Se ti fermi eviti di scegliere. E il destino non sceglierà per te. Forse lo faranno gli altri, e subirai le loro decisioni. Quindi è ora di decidere. È il momento di fidarsi di se stessi. E di navigare verso il mare aperto (perdonami, sono davvero felice!), ma anche di correre. E di questo te ne parlerò nel prossimo articolo: non lo perdere, sarà interessante e divertente! Ci vediamo qui tra due settimane (più o meno).